domenica 3 agosto 2014

Recensione: The Killing, Quarta Stagione

Due giorni fa, Netflix ha reso disponibili gli ultimi sei episodi di "The Killing", resuscitato per l'ennesima volta per la quarta ed ultima stagione.

SPOILER

Lo show riparte dal finale di un anno fa, dall'uccisione di Skinner da parte di Linden; nelle prime puntate assistiamo al crollo emotivo della detective, accompagnata sempre dal fedele Holder, che ha deciso di aiutarla ad insabbiare la faccenda. Col passare del tempo però, i due si accorgono che lasciarsi alle spalle un omicidio (e tutte le vittime di Skinner) non è facile, e non aiuta il sospetto di Reddick, che inizia ad indagare sulla scomparsa del tenente.




La stagione ci presenta anche un nuovo caso di omicidio per i due detective: le vittime sono una famiglia (padre, madre e due figlie) e il primo sospettato è il figlio, trovato in casa con una ferita d'arma da fuoco presumibilmente auto inflitta. Il ragazzo, che fa parte di un'accademia militare per giovani problematici provenienti da famiglie ricche, non ricorda nulla della notte dell'incidente, ed i detective devono avere anche a che fare con la direttrice dell'accademia, severa e pronta a tutto pur di difendere i suoi allievi.




I primi episodi presentano al meglio il caso, ma la breve durata della stagione non aiuta, dovendo arrivare il più in fretta possibile alla scoperta dell'assassino.
Per quanto riguarda Linden ed Holder, i due pian piano scivolano in una spirale di autodistruzione, con Sarah che rifiuta l'aiuto di Regi e continua ad avere problemi col figlio, Jack, nonostante lui cerchi di starle il più vicino possibile; Stephen invece sta per diventare padre, e tra la paura di non riuscire ad essere un genitore presente e il fantasma di Skinner, finisce per rientrare nel giro della droga, che era riuscito a lasciarsi alle spalle con tanta difficoltà.




SPOILER

La prima parte di stagione si mantiene tutto sommato su un buon livello, ma la forte accelerata arriva con gli ultimi due episodi: la soluzione del caso, nonostante a prima vista possa sembrare banale, è di forte impatto, sia per la freddezza con cui vengono eseguiti gli omicidi, sia per tutto quello che gira intorno alle uccisioni.
Ovviamente in una stagione finale, la cosa che risalta di più è l'ultimo episodio, che vede il ritorno alla regia del premio Oscar Jonathan Demme: "Eden" è la perfetta conclusione per lo show, con un grande ritorno e momenti molto toccanti (su tutti Holder che fa visita a Bullet al cimitero).
Il finale rappresenta soprattutto la giusta conclusione per i due protagonisti, il vero fulcro della storia e il punto forte dello show: Linden ed Holder, due anime solitarie e piene di difetti, capiscono che l'unico momento in cui riescono a trovare pace è quando stanno insieme.
Da brividi vedere negli ultimi minuti il frame che ha sempre chiuso la sigla dello show, con Sarah di spalle che guarda Seattle (una città mai così bella come in questa stagione).
Per quanto riguarda la recitazione, da menzionare le prove di Joan Allen e Tyler Ross, ma come al solito spiccano le prove di Mireille Enos e Joel Kinnaman.
Finisce così "The Killing", che tra alti e bassi ci ha regalato quattro bellissime stagioni. Ci mancherà la pioggia, ci mancheranno i maglioni e gli "Yo", ma soprattutto ci mancheranno loro, Sarah Linden e Stephen Holder.




Episodi migliori: 4x05 - Truth Asunder, 4x06 - Eden

Voto stagione: 8/9

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