"IT" racconta la storia di un gruppo di ragazzini, i Perdenti, che nell'estate del 1989 si ritrovano a dover affrontare una creatura che ha la capacità di dare vita alle paure delle sue vittime e che dà loro la caccia. Il film è diretto da Andrés Muschietti, regista di "Mama", ed è il primo adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Stephen King, opera che era già stata trasposta sul piccolo schermo nel 1990 con la famosissima miniserie che vedeva come protagonista Tim Curry nei panni di Pennywise (l'unico elemento degno di nota di un adattamento mediocre che, riguardandolo oggi, mostra ancora di più tutti i suoi limiti).
Il film inizialmente doveva essere scritto e diretto da Cary Fukunaga, regista degli otto episodi della prima stagione di "True Detective" e di "Beasts of No Nation", ma in seguito a divergenze creative il progetto è stato dato in mano a Muschietti, con Gary Dauberman che ha riscritto la sceneggiatura, mantenendo alcuni elementi presenti nella prima stesura ma cercando di avvicinarsi di più al materiale di partenza, e come detto spostando gli avvenimenti dalla fine degli anni '50 alla fine degli '80, per rendere più familiare l'atmosfera e, probabilmente, anche per rendere più attuale il secondo capitolo.
Ormai sono passati quarant'anni dal primo adattamento di un romanzo di Stephen King ("Carrie" nel 1976), e col tempo abbiamo potuto vedere come sia possibile tirar fuori grandissimi film o pellicole al limite del trash dalle opere dello scrittore del Maine.
Solo quest'anno, tra cinema e televisione, abbiamo avuto diverse dimostrazioni di come avvicinarsi ad un libro di King: rimanere fedeli, riuscendo a cogliere lo spirito del materiale di partenza, concentrandosi sugli aspetti più importanti ed i più funzionali a livello cinematografico (l'ottimo "Gerald's Game"); seguire a grandi linee la trama ma prendendosi pochi rischi (la prima stagione di "Mr. Mercedes", molto buona all'inizio ma poco convincente negli ultimi episodi), e poi si possono fare disastri su tutta la linea senza capirne il come ed il perché (il "The Mist" televisivo e la più grossa delusione degli ultimi anni, "The Dark Tower").
"IT" per fortuna rientra nella prima categoria: infatti, partendo dal presupposto che fare un adattamento totalmente fedele sarebbe stato impossibile vista la quantità di eventi presenti nel libro, il film di Muschietti riesce a non tradire gli aspetti più importanti del romanzo, facendo rivivere le atmosfere e dando risalto alle idee ed ai messaggi che sono alla base dell'opera di King, dando vita ad un coming of age a tinte horror.
Da qui in poi inizierò a parlare del film in maniera più dettagliata, cercando comunque di evitare grossi spoiler, consiglio comunque di continuare la lettura solo dopo aver visto il film e di farmi sapere nei commenti le vostre opinioni.
Tra gli elementi ripresi con più successo dal romanzo, una delle cose che ho più apprezzato è stata la resa degli adulti e la "corruzione" di Derry, già nei primi minuti con la famosissima scena di Georgie fino a passare all'attacco della banda di Bowers ai danni di Ben, senza dimenticare poi il terrificante padre di Beverly, uno degli elementi più importanti del romanzo e che ha contribuito a sottolineare la situazione dei protagonisti ed a renderla ancora più inquietante, lasciati in balia delle proprie paure e per questo ancora più uniti nel cercare di combattere un nemico invisibile agli occhi degli adulti. Un piccolo dettaglio che personalmente ho adorato è stato il programma televisivo che ritroviamo più volte nel corso del film dove si parla di clown, delle fogne e di galleggiare, un'ottima idea a sottolineare ancora di più questo aspetto molto importante della cittadina, ormai sostanzialmente succube del potere di IT.
La buona riuscita del film passava soprattutto dal cast e dell'alchimia tra i protagonisti: il lavoro fatto in fase di casting è stato perfetto, i Perdenti sono il fulcro della storia, il rapporto tra loro è costruito benissimo e sono tutti ben caratterizzati (giusto Mike e Stanley hanno un ruolo leggermente più marginale), dando giustamente spazio soprattutto alle loro paure, ed i sette (otto contando anche Jackson Robert Scott, interprete di Georgie) attori scelti hanno fatto un lavoro magistrale.
Su tutti mi sento di sottolineare le performance di tre che, per quanto mi riguarda, hanno rubato la scena: Jack Dylan Grazer, interprete di Eddie, che ha una delle migliori battute del film ed è stato bravissimo nel dare vita alle fobie ed alle paranoie del personaggio indotte dalla madre; Finn Wolfhard, fantastico nei panni di Richie, ogni suo momento è oro e sceglierlo per un ruolo sostanzialmente opposto rispetto a Mike di "Stranger Things" è stata un'idea geniale; e Sophia Lillis che è semplicemente perfetta, bravissima a tratteggiare tutte le sfumature caratteriali di Beverly, con le sue paure e la sua grande forza.
E poi c'è lui, Pennywise: nel film viene data molta importanza alla sua capacità di trasformarsi in base alle paure della vittima, quindi il clown si vede solo in determinati momenti, ma nelle tre scene più lunghe e più importanti Bill Skarsgård regala una grande performance, sfruttando la sua fisicità e facendo un ottimo lavoro anche con le varie tonalità della voce, in particolare nella scena iniziale con Georgie, dando credibilità al momento e riuscendo a passare, nel giro di pochi secondi, da clown che cerca di essere amichevole con lo sfortunato bambino a mostro famelico. A questo proposito, l'uso della CGI ha aiutato a sottolineare l'aspetto più mostruoso di IT, rendendo il personaggio ancora più completo.
Tornando agli aspetti più tecnici, Muschietti ha fatto un ottimo lavoro in fase di regia, costruendo alla perfezione ogni momento, grazie anche alla sceneggiatura che porta ad affezionarci subito ai protagonisti, facendoci stare in ansia con ed insieme a loro nelle scene più horror, come ad esempio durante la prima visita alla casa di Neibolt Street e nella scena del proiettore, ed in quelle più tese come nella parte finale e nello scontro con i bulli, e strappandoci più di un sorriso nei momenti più distesi.
Per fortuna, a differenza di quanto visto nell'ultimo trailer e nell'ultima mezz'ora di "Mama", non ci sono jump scares, motivo in più per lodare il lavoro di Muschietti che aveva già dimostrato, soprattutto nella prima parte del suo precedente film, di avere idee chiare su come mostrare l'orrore. Da sottolineare anche il lavoro in fase di montaggio e la fotografia.
Sono riuscito a vedere il film sia in lingua originale che doppiato, ed a questo proposito ho trovato buono il doppiaggio di Pennywise, mentre invece molto meno quello dei Perdenti, fatta eccezione forse solo per Bill e Mike, quindi il mio consiglio spassionato è di guardarlo anche in lingua originale per poter apprezzare al meglio le performance del cast.
In conclusione, da grande fan di Stephen King e del romanzo sono molto soddisfatto, "IT" è riuscito a non deludere le alte aspettative ed è uno dei miei titoli preferiti degli ultimi anni, attendo con ansia l'uscita in home video dato che Andy e la produttrice Barbara Muschietti hanno già confermato che uscirà una director's cut con circa 15 minuti aggiuntivi, ed è stata annunciata l'uscita del secondo capitolo che arriverà nelle sale (questa volta si spera in contemporanea) a settembre 2019.
Il film inizialmente doveva essere scritto e diretto da Cary Fukunaga, regista degli otto episodi della prima stagione di "True Detective" e di "Beasts of No Nation", ma in seguito a divergenze creative il progetto è stato dato in mano a Muschietti, con Gary Dauberman che ha riscritto la sceneggiatura, mantenendo alcuni elementi presenti nella prima stesura ma cercando di avvicinarsi di più al materiale di partenza, e come detto spostando gli avvenimenti dalla fine degli anni '50 alla fine degli '80, per rendere più familiare l'atmosfera e, probabilmente, anche per rendere più attuale il secondo capitolo.
Ormai sono passati quarant'anni dal primo adattamento di un romanzo di Stephen King ("Carrie" nel 1976), e col tempo abbiamo potuto vedere come sia possibile tirar fuori grandissimi film o pellicole al limite del trash dalle opere dello scrittore del Maine.
Solo quest'anno, tra cinema e televisione, abbiamo avuto diverse dimostrazioni di come avvicinarsi ad un libro di King: rimanere fedeli, riuscendo a cogliere lo spirito del materiale di partenza, concentrandosi sugli aspetti più importanti ed i più funzionali a livello cinematografico (l'ottimo "Gerald's Game"); seguire a grandi linee la trama ma prendendosi pochi rischi (la prima stagione di "Mr. Mercedes", molto buona all'inizio ma poco convincente negli ultimi episodi), e poi si possono fare disastri su tutta la linea senza capirne il come ed il perché (il "The Mist" televisivo e la più grossa delusione degli ultimi anni, "The Dark Tower").
"IT" per fortuna rientra nella prima categoria: infatti, partendo dal presupposto che fare un adattamento totalmente fedele sarebbe stato impossibile vista la quantità di eventi presenti nel libro, il film di Muschietti riesce a non tradire gli aspetti più importanti del romanzo, facendo rivivere le atmosfere e dando risalto alle idee ed ai messaggi che sono alla base dell'opera di King, dando vita ad un coming of age a tinte horror.
Da qui in poi inizierò a parlare del film in maniera più dettagliata, cercando comunque di evitare grossi spoiler, consiglio comunque di continuare la lettura solo dopo aver visto il film e di farmi sapere nei commenti le vostre opinioni.
Tra gli elementi ripresi con più successo dal romanzo, una delle cose che ho più apprezzato è stata la resa degli adulti e la "corruzione" di Derry, già nei primi minuti con la famosissima scena di Georgie fino a passare all'attacco della banda di Bowers ai danni di Ben, senza dimenticare poi il terrificante padre di Beverly, uno degli elementi più importanti del romanzo e che ha contribuito a sottolineare la situazione dei protagonisti ed a renderla ancora più inquietante, lasciati in balia delle proprie paure e per questo ancora più uniti nel cercare di combattere un nemico invisibile agli occhi degli adulti. Un piccolo dettaglio che personalmente ho adorato è stato il programma televisivo che ritroviamo più volte nel corso del film dove si parla di clown, delle fogne e di galleggiare, un'ottima idea a sottolineare ancora di più questo aspetto molto importante della cittadina, ormai sostanzialmente succube del potere di IT.
La buona riuscita del film passava soprattutto dal cast e dell'alchimia tra i protagonisti: il lavoro fatto in fase di casting è stato perfetto, i Perdenti sono il fulcro della storia, il rapporto tra loro è costruito benissimo e sono tutti ben caratterizzati (giusto Mike e Stanley hanno un ruolo leggermente più marginale), dando giustamente spazio soprattutto alle loro paure, ed i sette (otto contando anche Jackson Robert Scott, interprete di Georgie) attori scelti hanno fatto un lavoro magistrale.
Su tutti mi sento di sottolineare le performance di tre che, per quanto mi riguarda, hanno rubato la scena: Jack Dylan Grazer, interprete di Eddie, che ha una delle migliori battute del film ed è stato bravissimo nel dare vita alle fobie ed alle paranoie del personaggio indotte dalla madre; Finn Wolfhard, fantastico nei panni di Richie, ogni suo momento è oro e sceglierlo per un ruolo sostanzialmente opposto rispetto a Mike di "Stranger Things" è stata un'idea geniale; e Sophia Lillis che è semplicemente perfetta, bravissima a tratteggiare tutte le sfumature caratteriali di Beverly, con le sue paure e la sua grande forza.
E poi c'è lui, Pennywise: nel film viene data molta importanza alla sua capacità di trasformarsi in base alle paure della vittima, quindi il clown si vede solo in determinati momenti, ma nelle tre scene più lunghe e più importanti Bill Skarsgård regala una grande performance, sfruttando la sua fisicità e facendo un ottimo lavoro anche con le varie tonalità della voce, in particolare nella scena iniziale con Georgie, dando credibilità al momento e riuscendo a passare, nel giro di pochi secondi, da clown che cerca di essere amichevole con lo sfortunato bambino a mostro famelico. A questo proposito, l'uso della CGI ha aiutato a sottolineare l'aspetto più mostruoso di IT, rendendo il personaggio ancora più completo.
Per fortuna, a differenza di quanto visto nell'ultimo trailer e nell'ultima mezz'ora di "Mama", non ci sono jump scares, motivo in più per lodare il lavoro di Muschietti che aveva già dimostrato, soprattutto nella prima parte del suo precedente film, di avere idee chiare su come mostrare l'orrore. Da sottolineare anche il lavoro in fase di montaggio e la fotografia.
Sono riuscito a vedere il film sia in lingua originale che doppiato, ed a questo proposito ho trovato buono il doppiaggio di Pennywise, mentre invece molto meno quello dei Perdenti, fatta eccezione forse solo per Bill e Mike, quindi il mio consiglio spassionato è di guardarlo anche in lingua originale per poter apprezzare al meglio le performance del cast.
In conclusione, da grande fan di Stephen King e del romanzo sono molto soddisfatto, "IT" è riuscito a non deludere le alte aspettative ed è uno dei miei titoli preferiti degli ultimi anni, attendo con ansia l'uscita in home video dato che Andy e la produttrice Barbara Muschietti hanno già confermato che uscirà una director's cut con circa 15 minuti aggiuntivi, ed è stata annunciata l'uscita del secondo capitolo che arriverà nelle sale (questa volta si spera in contemporanea) a settembre 2019.